Paolo Giordano, IL CORPO UMANO, a cura del Liceo scientifico Talete di Roma

IL LIBRO. Il corpo umano è il frutto di un viaggio compiuto da Paolo Giordano in Afghanistan nel dicembre del 2010. Invece del previsto reportage, la visita alla Forward Operating Base “Ice”, situata in una località particolarmente isolata del paese, è stata spunto di ispirazione per il romanzo. Il libro affronta la realtà quotidiana di un plotone di giovani soldati, provenienti da realtà diverse e con aspirazioni differenti, che si trovano a dover affrontare la prima vera missione militare, eccitati all’idea di mettersi alla prova, di combattere, oppure preoccupati di sembrare troppo inesperti, di non essere all’altezza, di non farcela, ognuno portando con sè speranze, frustrazioni, debolezze che il microcosmo chiuso e claustrofobico della base amplifica e moltiplica. Giordano opera su piani paralleli: alla base i soldati devono cercare di mantenere in vita il proprio “corpo umano”, esposto a rischi di ogni genere, e allo stesso tempo devono cercare di far sopravvivere,  nonostante la distanza e le difficoltà di comunicazione, i rapporti con le persone che hanno lasciato e che spesso sembrano non capire la realtà in cui i loro cari sono immersi. Le storie familiari che l’autore attribuisce ai personaggi rappresentano un carico pesantissimo che influenza le loro vicende quotidiane. La drammatica situazione che costringe il plotone ad addentrarsi in territorio nemico cambierà tutto: i ragazzi si troveranno ad interrogarsi su quali siano davvero le cose importanti della vita. Come li ha cambiati la guerra? Cos’è il coraggio? Perché, in situazioni di pericolo, i rapporti con gli altri cambiano; perché ci si comporta in un determinato modo se si è sotto pressione? Quelli che  torneranno dalla missione non saranno più ragazzi inconsapevoli, ma adulti segnati per sempre da una “missione di pace”, atroce e lacerante, da un’esperienza che cambierà il modo di ognuno di loro di vedere ed affrontare la vita.

Un romanzo intenso e coinvolgente, frutto di un’analisi psicologica dei caratteri umani, rafforzata da accurate descrizioni che, nonostante il rischio di sembrare troppo stereotipate  – lo sbruffone Cederna; il precisino Ietri, detto Verginella; Mitrano, la vittima di tutti gli scherzi; Zampieri, la soldatessa tosta e incompresa – restano sempre un po’ velate e non permettono al lettore di comprendere a fondo ogni personaggio. Ogni gesto, ogni parola, ogni esperienza svelano un aspetto nuovo delle  loro articolate personalità, rappresentando con esse la generale complessità umana. Il corpo umano del titolo viene messo in pericolo non solo dalla guerra ma anche dalla malattia: l’unica vera battaglia, drammaticamente umana e corporale di questo contingente, è quella che i soldati, in rissosa fila alle latrine del campo, combattono contro un’intossicazione intestinale. La scrittura è emozionante quando mette a nudo l’uomo di fronte alla paura, facendolo interagire e impazzire nell’animalesca prova della guerra, anche se la vicenda, ambientata in uno scenario di guerra, non si dipana nella contrapposizione di una fazione contro l’altra, ma si focalizza sulle persone di un plotone e sulle emozioni e sensazioni che soltanto un’esperienza distruttiva come questa può suscitare. Questa scelta narrativa conferisce al testo una parvenza di leggerezza che, insieme allo stile scorrevole e ad un linguaggio non troppo elevato, rende la lettura piacevole e coinvolgente e lascia il lettore profondamente toccato dalle vicende dei ragazzi della FOB.  (Paolo Giordano, Il corpo umano, Mondadori 2012).

LA CITAZIONE. «Più volte il tenente ha accarezzato l’idea di rifugiarsi fra le schiere dei civili, ma la divisa militare ha aderito al suo corpo centimetro per centimetro, il sudore ha stinto il disegno della stoffa e colorato la pelle sotto».

S(HORT) M(EMO OF THE) S(TORY). Un romanzo emozionante e profondo che si legge tutto d’un fiato. Il racconto di come guerre, personali e non, si fondino nelle vite di giovani soldati

IL PERSONAGGIO. Angelo Torsu. Un ragazzo sardo, un soldato un po’ spaccone, un caporalmaggiore. Ma sotto la sua scorza c’è di più: sa essere tenero e sensibile, da quando ha cominciato a confidare pensieri e segreti, per lui altrimenti inconfessabili, allo schermo di un computer, ad una donna che ama soltanto tramite le sue parole e la sua immaginazione, e che sarà il suo ultimo pensiero prima che la sua mente si spenga. Perché l’arma si serve di te, e non lascia più la forza di alzare il braccio per dire: “Io sono vivo”.

a cura del Liceo scientifico Talete, Roma

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