Paolo Cognetti, SOFIA SI VESTE SEMPRE DI NERO, a cura del Liceo Socrate di Roma

IL LIBRO. Leggerete di una “nascita che è come una nave che parte per la guerra”, di un lungo viaggio comunemente chiamato vita, condotto all’inizio da una bambina e poi da una ragazza con sogni, speranze, amori e delusioni. La storia di Sofia è il racconto dell’esistenza di diversi personaggi che ruotano attorno a lei ed implicitamente di tutti coloro che hanno vissuto quell’Italia e combattuto le battaglie di quegli anni. E allora non servono belle parole, né descrizioni minuziose o frasi ad effetto per creare un bel romanzo, il romanzo è già lì. La narrazione è scandita da dieci storie, le quali potrebbero anche vivere di vita propria ma che, tutte insieme, creano un personaggio complesso e misterioso, a noi più vicino di quanto potremmo immaginare. Si tratta di un collage di densi racconti ed attraverso il loro sovrapporsi ci si avvicina al vero disagio di Sofia, “un’ artista della fuga”. La protagonista scompare ogni volta senza saluti o ripensamenti, lasciando dietro di sé una scia di rimpianti. Dalle pagine dunque emerge una donna inquieta, capace di vivere momenti di bellezza e di dolore, di ansia e di riscatto, una presenza incostante e vulnerabile, con un perenne bisogno d’amore mai soddisfatto. Sofia non è nient’altro che un’ombra e  progressivamente scompare mescolandosi con altre ombre nel viaggio della vita. Il punto forte del libro, quello che Cognetti mette in scena, è inoltre la lenta disgregazione di una famiglia, descritta nelle sue fasi più salienti e osservata con dolore lancinante. Se Sofia si veste sempre di nero, un motivo c’è e va ricercato nei diversi tempi e  luoghi della sua storia. La gastrite del padre si fa anoressia nella figlia, la ribellione delle cellule terroristiche negli anni di piombo richiama la ribellione delle cellule cancerogene contro un organismo non più in grado di reagire, il fascino della pirateria è metafora dell’ immaginazione, dell’evasione dalla realtà. Tutto il romanzo è un susseguirsi di coincidenze e di incontri con i vari personaggi, ma soprattutto con noi stessi. (Paolo Cognetti, Sofia si veste sempre di nero, minimum fax 2012).

LA CITAZIONE. «Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri genitori» (pag. 30).

S(HORT) M(EMO OF THE) S(TORY). La narrazione è un intreccio di fili che, a poco a poco, si raccolgono delineando sempre più la figura della protagonista.

IL PERSONAGGIO.  Con una nascita difficile, segnata da un parto prematuro, Sofia Muratore si fa largo nel mondo. In principio è una bambina tra le continue liti dei genitori poi d’ improvviso diviene  una ragazzina ribelle vestita di nero, che celebra l’eterno funerale della piratessa, di un tempo. Ma la vita va avanti, Sofia resiste grazie al- l’orgoglio ferito di chi sa di essere stato illuso e la forza scovata tra le mancanze affettive del suo passato. Ci sono solo comparse nella sua vita , a nessuno permette di entrare davvero, nascondendosi in una malinconica apatia, consapevole di essere  il solo punto di riferimento di se stessa.

a cura del Liceo classico Socrate, Roma

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