Daria Bignardi, L’ACUSTICA PERFETTA, a cura del liceo Russell di Roma

IL LIBRO.
- Dio mio, quanto è bello stare con te, Sara.
- E’ un incubo, scivolo, scivolo in basso…
Buio.Alba.Arno si sveglia, c’è odore di buono, di primo sole, di Sara. Ma Sara non c’è. E’ uscita ora torna.Buoni, a colazione, a scuola… Dove sei Sara? Non mi puoi lasciare così. Ma no, torni, certo che torni. E poi il viaggio, la ricerca, il capire, il non capire, la rabbia, l’impotenza, il rimorso, la passione, la speranza… L’impossibilità di arrendersi.
Il passato non scivola, si impone. Si confonde con il presente. Diventa futuro, ma un futuro purificato, giusto. E sempre quell’odore di pulito, di luce, di nuovo. E ora ti lascio andare…
Un romanzo che guarda dentro, un romanzo che dipinge amori combattuti ed inquieti. L’autrice rompe l’apparente calma di un rapporto longevo incatenato nei silenzi che troppo spesso colmava vuoti di insoddisfazione. Se il romanzo potesse essere identificato in un personaggio, questo sarebbe Sara: in un primo momento incomprensibile e tumultuosa, ma che nel flusso delle pagine sa guidare per mano il lettore in una vera indagine introspettiva. Questo è ciò che è l’acustica perfetta, scava dentro, pone domande, fornisce alcune risposte. L’elemento che maggiormente risalta è il modo in cui Daria Bignardi introduce l’emotività femminile per il tramite di Arno. L’amore, il modo di amare del protagonista maschile è similare alla corda di un violoncello, tesa, forte ma al contempo lineare, costante, mal si abbina alla febbricitante passione della tormentata Sara, sempre alla ricerca di amori infelici che possano in qualche modo colmare o saziare la personalità insofferente. L’indagine vivida e lo spingersi oltre la primaria faccia che le attenzioni mostrano rappresentano la chiave e l’efficacia di un testo che vive di una dicotomia tra inquietudine e serenità, tra la voglia e la difficoltà di amare. (Daria Bignardi, L’acustica perfetta, Mondadori 2012).

LA CITAZIONE. E’ ignobile, lo so, ma ogni volta che litighiamo, che tu non mi capisci, che mi critichi, che fai qualcosa che mi dispiace, per un attimo penso che se non stessi con te forse amare sarebbe più facile.

IL PERSONAGGIO.Vuoto incolmabile. Incomprensione. Desiderio frustrato e cercare,ricercare. Sguardo spento,dolore di ferite aperte che bruciano in quiete apparente. Non parlo,soffro. Mi avvinghia il passato,il presente s’invola. Questo non è vivere. Intuisco ma non comprendo. Un macigno di inquieto trascina me in un gorgo perfido e soffocante… Fuggo,fuggo la realtà. Forte l’amore di madre,forte l’esigenza di ritrovarmi… Abbandono.

S(HORT) M(EMO OF THE) S(TORY). Sara l’ha mollato.Sara, Arno amore complicato.Lui la cerca, lei fugge.Tutti sanno.Lui non sa, lui non vuol sapere.Sara no- la musica rimane.

a cura del liceo classico sperimentale Bertand Russell, Roma

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