Paolo Giordano, IL CORPO UMANO, a cura del Liceo classico Plauto di Roma

IL LIBRO. È il momento di partire anche per i 27 ragazzi del terzo plotone. Direzione Gulistan, nell’antica lingua persiana la valle delle rose. Ma di rose non ce ne sono, solo spine e polvere. La missione durerà sei mesi, nella fob Ice, una vecchia base americana, la bolla di sicurezza che delimita il noto dall’ignoto, al di là della quale ogni passo potrebbe essere l’ultimo. Ad attenderli altri soldati, tra cui il tenente Egitto, medico della base “che fugge da una guerra privata e trova rifugio lì, lontano da tutto, dentro un’altra guerra ancora più pericolosa, ma meno personale”. I ragazzi si ritrovano a condividere ogni cosa, tanto da arrivare a considerare il corpo dell’altro come proprio. Non vi è alcuna vergogna tra di loro, nemmeno da parte dell’unica donna del gruppo. È come se fossero tutti un unico individuo, un unico corpo umano.
Paolo Giordano non si sofferma sulla guerra combattuta con le armi, ma sulla guerra interiore di ognuno. Dietro ogni soldato, dietro la facciata di uomini valorosi e risoluti, si nascondono storie travagliate, dubbi ed incertezze. Tra i ragazzi vi sono Ietri, il più giovane e inesperto, trattato come un fratello minore dall’orgoglioso e prepotente Cederna, Mitrano, Di Salvo, Camporesi, Torsu dalla salute delicata, Simoncelli, Mattioli e Giulia Zampieri, l’unica donna. Al comando del plotone vi è il maresciallo Antonio René, sempre alle prese con qualche scelta che potrebbe determinare la vita o la morte, il rischio o la sicurezza, il vecchio o il nuovo, il passato o il futuro.
In questo luogo, lontano da casa e sospeso nel tempo, in cui il silenzio alle volte è così totale da non sentire nemmeno il rumore della natura, ci si ritrova costretti a maturare, a diventare uomini a soli vent’anni.
È un’esplosione a far cambiare tutto, tanto che ognuno si impegnerà a creare un muro tra la vita prima e dopo la missione. Si fa strada nella mente dei ragazzi la consapevolezza di cosa sia una guerra e di cosa significhi essere un soldato. Per la prima volta prendono coscienza che il corpo umano non è solo carne, ossa e sangue, ma anche sentimenti e affetti. Ed è stato necessario andare fino in Afghanistan per capire che un uomo non è un insieme di pezzi autonomi, ma ogni arto e ogni organo fa parte di un sistema molto più complesso che supera la fisicità.
Da qui un romanzo ricco di carica espressiva, raggiunta grazie all’uso di un linguaggio crudo, diretto e cameratesco, che talvolta oltrepassa anche la soglia del volgare e dell’osceno. È un romanzo privo di perifrasi quello di Paolo Giordano, che, d’altra parte, attraverso la tecnica del “foreshadowing”, si cimenta in un complesso gioco di anticipazioni che creano suspense nel lettore. Tramite l’incrocio di numerose vite, di passato e presente, l’autore dà luogo ad un romanzo corale e di formazione, che non è l’ennesima descrizione di una guerra, ma è incentrato sul cambiamento psicologico, tanto che i pochi episodi bellici passano quasi in secondo piano.
Un insieme di uomini che arrivano a prendersi le proprie responsabilità: chi capisce che non basta prendere una pillola per dimenticarsi della dimensione umana, per assuefarsi e per entrare in uno stato di torpore che sia in grado di spegnere le emozioni; chi in un estremo atto eroico riesce finalmente a mettersi in gioco; chi comprende cosa sia una famiglia; e tutti, infine, ciascuno in modo diverso, riescono ad arrivare al vero significato del corpo umano.  (Paolo Giordano, Il corpo umano, Mondadori 2012).

LA CITAZIONE. «I suoi occhi – una vera novità – si riempirono di lacrime. Non basta essere eroici per essere degli eroi». (pag. 218)

S(HORT) M(EMO OF THE) S(TORY). Un romanzo coinvolgente che lascia con il fiato sospeso! Un incrocio di storie in una sola guerra. Assolutamente consigliato!

IL PERSONAGGIO. Roberto Ietri è il più giovane del terzo plotone Charlie. Si arruola, con la speranza di diventare un uomo, allontanandosi dall’apprensione ossessiva della madre. L’esperienza alla fob Ice lo fa maturare: se nella prima missione mette in pericolo la sua vita e quella dei compagni , nella seconda ed ultima, spinto dall’impulsività della sua età, si rivela un soldato pieno di coraggio. Perde così la vita, per salvare quella di un compagno.

a cura del Liceo classico Plauto, Roma

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