IL LIBRO. Montesodi Marittimo: Il paese più forte d’Europa, ma anche il più deprimente. Ad appurarlo il genetista Piergiorgio Pazzi e l’esperta di archivi Margherita Castelli. Dal chimico Malvaldi non potevamo che aspettarci numeri e percentuali: 196 pagine di macabra narrativa, 80% di pungente ironia, 1 pizzico di cinismo e milioni e milioni di stelle, madri di “milioni di milioni” di fiocchi. “Tutti diversi l’uno dall’altro e tutti ugualmente entusiasti di perdere la propria identità per andare a fondersi in un unico, inesorabile e compatto tappeto bianco”. Il topos letterario della notte buia e tempestosa ha inquinato l’inchiostro del giallista, con la variante di una secolare nevicata. Ciak, suspance: un salone, una poltrona, una maestra, un sonno che sa di morte. Questa la regia dell’omicidio perfetto. Sulle orme di Montecchi e Capuleti, le famiglie Zerbi e Benvenuti. Annamaria Zerbi, arzilla vecchietta dalla vita ordinaria, possidente de Le Fatte, unico suo patrimonio, aveva deciso di darlo in donazione. Armando Benvenuti, rispettabile sindaco del paese, esitante per la candidatura a Roma, e la moglie Viola avevano deciso di trasferirsi: “Resto o vado?” “Io avrei ucciso per andare a vivere in città”. C’è un cadavere, una morte apparentemente naturale. Eppure tutti hanno un alibi, ma non Piergiorgio Pazzi. Solo l’improvvisarsi investigatore e l’aiuto di Margherita, potranno scagionarlo dalle accuse. Quella della verità, dunque, diventava una ricerca a senso unico, sulle tracce del colpevole, lontana dalla sterile ricerca genetica che il protagonista stava conducendo. Così l’atmosfera da fiction all’inglese non diventa altro che il modello della difettata realtà italiana racchiusa nell’immaginario paesino toscano. Il tono ironico, il sorriso sotteso e lo sguardo disincantato dei e sui personaggi si intrecciano al clima ed alla sospensione tipica del giallo, attraversando leggende e dicerie antiche, piccole rivalità e ambiguità dei rapporti tra i pochi abitanti di Montesodi. A dare dinamicità al racconto, un mosaico di personalità ben strutturato e variegato. La ricerca della verità appare per l’autore radicata nel sinergico rapporto tra scienza e letteratura, colonne portanti del sapere umano, rappresentato nel romanzo, nel rapporto tra la letterata e lo scienziato, ricercatori e testimoni fedeli dei segreti e delitti di Montesodi, personaggi dell’enigma narrativo che anima le pagine di Milioni di milioni. (Marco Malvaldi, Milioni di milioni, Sellerio 2012)
LA CITAZIONE. «Milioni di milioni [...] Tutti diversi l’uno dall’altro, i fiocchi, e tutti ugualmente entusiasti di perdere la propria identità per andare a fondersi in un unico, inesorabile e compatto tappeto bianco». (pag. 73)
S(HORT) M(EMO OF THE) S(TORY). Scelta azzeccata per la Sellerio: un Malvaldi specchio di Milioni di milioni di pensieri, paradigmi del giallo e ironiche riflessioni. Sicuramente consigliato.
IL PERSONAGGIO. Simbolo della singolare “forza di Montesodi” è il Bonacci. Un tipo alto appena un metro e mezzo, poco più lungo della sua barba, dalla testa nuda come il petto e dai polpacci vigorosi da sollevatore di panche. Ed è proprio durante un allenamento per la “Festa della Panca” che fa il suo esordio già tra le righe della sedicesima pagina. Personaggio piuttosto marginale nel corso della storia, compare a intermittenza per poi sparire nel finale e lasciare spazio all’investigazione.
a cura del Liceo classico Montale, Roma