 IL LIBRO. Senza colpa è il primo romanzo di Felice Cimatti. La storia si apre con la  scomparsa del dottor Sauvage, descritto come un uomo “ciccione e sulla  cinquantina” che “sembrava molto preso dagli affari suoi”. A condurre le  indagini è l’ispettore Soul, che è anche il narratore della vicenda.  Nel corso del romanzo emerge, sia pure di scorcio, anche la sua storia  personale, che ci permette una ricostruzione a tutto tondo della vita  del protagonista (come il rapporto con sua sorella Catherine). Con il  suo fare sornione, ironico e diffidente, ma pieno di intuito, ci farà  scoprire una terribile verità, difficile anche da immaginare. L’indagine  porta l’ispettore all’interno del “Centro per lo Studio della Coscienza  Animale” dove Sauvage lavorava. È un luogo che si mimetizza nella  periferia urbana, simile a prima vista ad un normale capannone  industriale. Dentro, però, lo spettacolo che si presenta è quello di una  sorta di carcere: file di celle, mani di scimmie che stringono le  sbarre, occhi tristissimi. Soprattutto l’odore colpisce Soul, “una puzza  forte e pungente, come  di stalla, ma molto, molto più penetrante”.   All’interno del centro il dottor Sauvage eseguiva strani esperimenti  sugli scimpanzé, di cui nessuno sembra voler parlare. L’ispettore inizia  così ad interrogare tutti gli impiegati del centro, venendo a contatto  con bizzarri personaggi come Wallace, l’addetto allo stabulario, un uomo  sulla quarantina, magro e con il viso scavato, che appare schivo e  riservato. Il luogo e gli scienziati plurilaureati con cui entra in  contatto ispirano in Soul un senso di inadeguatezza, lui che non ha  nemmeno un diploma di scuola superiore. L’unica che sembra voler aiutare  il poliziotto è la professoressa Marta Di Biagio, che insegna agli  scimpanzé il linguaggio dei segni, in particolare a uno, Chimpy. Sarà  proprio Chimpy, primate dalla straordinaria intelligenza, molto simile a  quella di un uomo, a fornire all’ispettore la soluzione del mistero. Con un  linguaggio scarno ed essenziale, in cui sono frequenti i dialoghi e le  descrizioni brevi, ma accurate e d’effetto, Cimatti ci narra un noir  etologico, ma anche etico, ironico, feroce e intelligente. Il suo è un  romanzo fuori dal comune, soprattutto per l’ambientazione e le tematiche  che affronta, quelle del rapporto tra l’uomo e la scienza. Fino a che  punto si può spingere la nostra voglia di conoscenza? E, soprattutto,  qual è il rapporto dell’uomo con il male e con il bene? Gli animali  hanno la stessa responsabilità degli uomini di fronte alle azioni che  compiono? Questi sono solo alcuni dei quesiti che la storia solleva.  Travolgente e appassionante, il romanzo pone molti spunti di riflessione  e varie chiavi di lettura, a partire dall’ambiguo titolo, Senza colpa.   Una storia capace di aprire un punto di vista nuovo sulla nostra  società. Dopotutto, come dice l’autore, “è improbabile ma non  impossibile”.
IL LIBRO. Senza colpa è il primo romanzo di Felice Cimatti. La storia si apre con la  scomparsa del dottor Sauvage, descritto come un uomo “ciccione e sulla  cinquantina” che “sembrava molto preso dagli affari suoi”. A condurre le  indagini è l’ispettore Soul, che è anche il narratore della vicenda.  Nel corso del romanzo emerge, sia pure di scorcio, anche la sua storia  personale, che ci permette una ricostruzione a tutto tondo della vita  del protagonista (come il rapporto con sua sorella Catherine). Con il  suo fare sornione, ironico e diffidente, ma pieno di intuito, ci farà  scoprire una terribile verità, difficile anche da immaginare. L’indagine  porta l’ispettore all’interno del “Centro per lo Studio della Coscienza  Animale” dove Sauvage lavorava. È un luogo che si mimetizza nella  periferia urbana, simile a prima vista ad un normale capannone  industriale. Dentro, però, lo spettacolo che si presenta è quello di una  sorta di carcere: file di celle, mani di scimmie che stringono le  sbarre, occhi tristissimi. Soprattutto l’odore colpisce Soul, “una puzza  forte e pungente, come  di stalla, ma molto, molto più penetrante”.   All’interno del centro il dottor Sauvage eseguiva strani esperimenti  sugli scimpanzé, di cui nessuno sembra voler parlare. L’ispettore inizia  così ad interrogare tutti gli impiegati del centro, venendo a contatto  con bizzarri personaggi come Wallace, l’addetto allo stabulario, un uomo  sulla quarantina, magro e con il viso scavato, che appare schivo e  riservato. Il luogo e gli scienziati plurilaureati con cui entra in  contatto ispirano in Soul un senso di inadeguatezza, lui che non ha  nemmeno un diploma di scuola superiore. L’unica che sembra voler aiutare  il poliziotto è la professoressa Marta Di Biagio, che insegna agli  scimpanzé il linguaggio dei segni, in particolare a uno, Chimpy. Sarà  proprio Chimpy, primate dalla straordinaria intelligenza, molto simile a  quella di un uomo, a fornire all’ispettore la soluzione del mistero. Con un  linguaggio scarno ed essenziale, in cui sono frequenti i dialoghi e le  descrizioni brevi, ma accurate e d’effetto, Cimatti ci narra un noir  etologico, ma anche etico, ironico, feroce e intelligente. Il suo è un  romanzo fuori dal comune, soprattutto per l’ambientazione e le tematiche  che affronta, quelle del rapporto tra l’uomo e la scienza. Fino a che  punto si può spingere la nostra voglia di conoscenza? E, soprattutto,  qual è il rapporto dell’uomo con il male e con il bene? Gli animali  hanno la stessa responsabilità degli uomini di fronte alle azioni che  compiono? Questi sono solo alcuni dei quesiti che la storia solleva.  Travolgente e appassionante, il romanzo pone molti spunti di riflessione  e varie chiavi di lettura, a partire dall’ambiguo titolo, Senza colpa.   Una storia capace di aprire un punto di vista nuovo sulla nostra  società. Dopotutto, come dice l’autore, “è improbabile ma non  impossibile”.
Felice Cimatti, Senza colpa, Marcos y Marcos, Milano 2010, pp.160
LA CITAZIONE. “Una fila di celle, occhi tristissimi che ti fissano e mani pelose che stringono le sbarre, poi un urlo fortissimo, e per un attimo scorsi una scimmia molto robusta che si dimenava furiosa mentre veniva portata via.”
S(HORT) M(EMO OF THE) S(TORY). Gli animali distinguono il bene dal male?Provano sentimenti?Gli esperimenti dicono di sì,ma dicono anche che,istigati dall’uomo,ne assumono le caratteristiche.
IL PERSONAGGIO. “Lo vidi mentre impostava il massimo dello zucchero per una tazza di tè. Erano cinque pallini, ha il cuore dolce il nazista, dissi ridendo fra me e me”. Il nazista, come lo definisce Soul, è moro, occhi scuri, camice pulito come la faccia. Studioso del linguaggio delle api, che saranno all’inizio le uniche testimoni dell’ispettore Soul, sembra uno scienziato coscienzioso, che agisce per il bene, figura opposta a quella di Sauvage. Preciso, riflessivo, educato… ma lo è davvero fino in fondo?
a cura del Liceo Scientifico Francesco d’Assisi, Roma

 
		  


