IL LIBRO. Il romanzo di Beatrice Masini, con un titolo quanto mai affascinante ed invitante, riesce a ricreare quell’atmosfera romantica che credevamo ormai relegata nei libri dell’Ottocento.
Suggestivo il ritratto della campagna milanese, con la villa di Brusuglio di manzoniana memoria, dove la bellezza selvatica del parco si mescola con la ricercatezza di “ un certo giardino”, in cui vaga don Titta, il poeta che vorrebbe consegnare alla “ fatua immortalità della carta “ non solo componimenti in versi o in prosa, ma anche la bellezza dei fiori e delle piante.
Per questo compito viene assunta Bianca, giovane acquarellista, di scarsi mezzi finanziari ma dall’indole coraggiosa ed indipendente che si trova proiettata al centro di una storia turbinosa, dove passioni, mistero, amore e violenza si intrecciano vorticosamente, trascinando il lettore in una spirale di contrastanti sentimenti.
Sullo sfondo, tra paesaggi bucolici e la ricostruzione della Milano del primo Ottocento, accanto ai protagonisti, si muovono figure minori ,ma non per questo meno profonde ed incisive ,innanzi tutto le donne di famiglia, Clara e Julie , rigorosa ed autoritaria la prima, gentile e dolce la seconda (così simili nella realtà alla madre ed alla moglie di A. Manzoni), la servetta Pia, una trovatella deposta nel “ torno di Santa Caterina”, curiosa, intelligente, privilegiata, simbolo stesso della ruota del destino che a volte sembra essere nelle nostre mani, altre ci travolge.
Seguono i personaggi maschili, forse meno incisivi, ma pur sempre ben delineati, come l’affascinante Innes, l’istitutore, l’inquietante e sfuggente Tommaso, o il pariniano contino Bernocchi.
Ma, a dominare la scena, è sempre lei, Bianca, pietra e fiore, che mette in gioco se stessa, i propri sentimenti, l’amata indipendenza per cercare una verità che non sempre vuole essere rivelata. Bianca che sfida il destino vestita di “ rosa e verde come uno dei suoi ellebori rari “, che pur sconfitta e umiliata, è capace di sopravvivere al gelo, perché nei “ tentativi di botanica degli affetti”, ha finalmente trovato la propria strada. (Beatrice Masini, Tentativi di botanica degli affetti, Bompiani 2013)
S(HORT) M(EMO OF THE) S(TORY).Amori travolgenti, passioni torbide, misteri inconfessabili, tutto inserito nell’indimenticabile paesaggio della villa di Brusuglio. Al centro Don Titta e Bianca, fredda pietra, che verrà spezzata dall’amore. Da leggere assolutamente.
LA CITAZIONE. “Fatto sta che la botanica degli affetti è la scienza inesatta che le è più cara al momento.
Forse un giorno tutto questo passerà, superato e inghiottito dalle passioni di prima mano; ma ora dà un ritmo e un senso alle sue giornate.
Preoccupante però, certo, e non senza conseguenze; se solo Bianca si conoscesse abbastanza da preoccuparsi”. (Pag.174).
IL PERSONAGGIO. Bianca, amante dell’arte, arte che la rende unica , indipendente economicamente e mentalmente dal perbenismo borghese del suo tempo.
I fiori e le piante rispecchiano pienamente il suo animo delicato e la sensibilità di paragonare gli affetti alla flora.
Con coraggio affronta le scelte della vita, pagandone le conseguenze e superando le avversità affidandosi all’amore, quello vero di Innes.
a cura dell’ ITCG Marconi, Anagni (FR)