IL LIBRO. Diretto e a volte crudo nel linguaggio, ma fortemente espressivo: questo è Ternitti di Mario Desiati. Una storia semplice ma intrigante, che ha al centro la figura contraddittoria di una donna, Mimì, costretta ad emigrare in Svizzera per sopravvivere. Al suo ritorno troverà l’ inferno non in fabbrica, ma proprio nel suo paese d’origine a causa di alcuni pregiudizi da parte di chi non è ancora pronto alle novità che la donna porta con sé. Proprio Tricase da simbolo di vita e di nascita diverrà luogo di morte per tutti i rimpatriati dalla Svizzera. Il ritmo è quello ossessivo della taranta che accompagna le vicende della protagonista. Tutto prende vita nelle feste patronali: Mimì nasce durante la festa di Santa Domenica, il nome del suo amato è Ippazio come il santo patrono. Ognuna di queste ricorrenze ha come sottofondo la dionisiaca musica pugliese. Il dialetto ricorre spesso e induce il lettore ad immedesimarsi nelle ambientazioni e nelle circostanze descritte. Il contorno è tragico:mentre la vita di Mimì scorre, molte delle persone che hanno lavorato al ternitti muoiono. L’amianto che doveva essere una promessa per il futuro, diventa letale e spietato; ciò che un tempo aveva concesso a molte famiglie di guadagnare soldi e di vivere si trasforma in un motivo di morte. Mario Desiati fa riflettere il lettore sul labile confine tra il bene e il male: capiremo mai dov’è? Crudezza e durezza si alternano, si sfiorano infine si fondono. È crudo il linguaggio, è duro il dialetto come lo è il rumore della tosse mortale, sono crude le vicende perché forse crudo è il messaggio dell’autore: non ci si rende conto delle proprie azioni finché non se ne osservano le conseguenze. La natura fa il suo corso e Desiati lo svela in un finale catartico dai toni profetici. Chissà se un giorno non arriverà la pioggia a lavare via quanto di buono e di cattivo l’uomo ha fatto obbligandolo a ricominciare da zero. Mimì Orlando ha fatto così.
Mario Desiati, Ternitti, Mondadori, Milano 2011, pp. 258
LA CITAZIONE. «Un fossile nella terra che affiora soltanto quando c’è un’altra pietra che combacia».
S(HORT) M(EMO OF THE) S(TORY). Il libro ha delle tematiche attualissime rese ancora più intriganti dal linguaggio usato che ,quando diviene dialetto pugliese,esige la curiosità e l’attenzione del lettore.
IL PERSONAGGIO. Biagino è il fratello minore, come età e come forza, della protagonista Mimì. Ammalato di innocenza, ma anche di irresponsabilità sceglie come velenosa cura l’ alcool. Aveva solo dieci anni quando assaggiò, per la prima volta, la birra. Iniziarono così i primi singhiozzi di una vita da alcolista. E fu proprio questa sua vulnerabilità a fargli percepire per primo le insidiose atrocità provocate dal ternitti, perché «anche se era fatto male,era un uomo pieno di verità».
a cura del Liceo scientifico Ettore Majorana, Guidonia (Roma)