Ilaria Rossetti, HAPPY ITALY

IL LIBRO. Romanzo fresco, profondo, dinamico nel suo movimento continuo tra passato e presente. Colpisce la leggerezza con cui i fatti accaduti tornano a vivere nelle vite presenti dei sopravvissuti. I personaggi sono riconducibili alle categorie dei “sommersi” e dei “salvati”: sommersi, in quanto travolti dalla crudeltà di una vita, che nel suo impietoso scorrere non risparmia nessuno, soprattutto chi non ha la forza interiore di resistere; salvati, perché sopravvissuti alla distruzione, ma lacerati dal senso di impotenza e di sconfitta subite. Alice è una donna che ha speso la sua vita tra il senso del dovere nei confronti della famiglia e il rimpianto di non aver saputo assecondare l’aspirazione a realizzarsi professionalmente. La morte di sua figlia le offre la possibilità di immergersi di nuovo nel flusso della vita, dalla quale però alla fine si sentirà di nuovo esclusa, per non essere riuscita a portare a compimento la vendetta programmata. Virginia, un corpo pesante compensato dalla straordinaria profondità di un animo, che sa indagare tra le pieghe della vita con una lucidità invidiabile: comprende fino in fondo le frustrazioni della nonna, sa calarsi nella disperazione della madre che impugna la pistola giocattolo, sente con forza il fallimento della sua breve vita. Ettore è la farfalla con le ali spezzate: la perdita del fratello gli fa sentire più viva che mai l’incompiutezza della sua esistenza. La “bussola” del suo viaggio nella vita smette di funzionare a causa di un cappio che si stringe intorno al collo di Michele. La vita, che continua a scorrere monotona e regolare intorno ai tre, non fa che acuire l’eccezionalità degli eventi luttuosi condivisi che, per uno strano scherzo del destino, diventano un collante potente di emozioni e di condivisioni. Tre destini si incrociano, si compenetrano, si fondono, pur restando individuali e soggettivi. La conclusione, che di fatto si risolve in un fallimento del progetto di vendetta, riporta le vite dei tre “salvati” a contatto con quella normalità disarmante quanto necessaria: in fondo, un omicidio, per quanto ben premeditato ed organizzato,  non fa parte di una vita normale, non appartiene al modus vivendi di chi la vita l’ha guardata per troppo tempo scorrere, senza nuotare tra le sue onde.

Il messaggio più toccante ma anche quello che risulta essere il timbro del libro,  è nella figura del clown: l’apparire vince sull’essere, la vita vera resta chiusa in una forma, la roccia racchiude il magma incandescente. Purtroppo, però,  aggrapparsi alla forma, all’apparenza, non basta per ricominciare, per tornare a sperare di avere un’opportunità. Il pagliaccio che intrattiene e che diverte gli altri, non è in grado di distogliere sé stesso dal vuoto incolmabile di una vita senza riscatto. Il ritmo spezzato del discorso, col prevalere della paratassi sull’ipotassi, sembra essere la proiezione della fragilità psicologica dei personaggi, incapaci di condensare in pensieri coerenti il loro mondo interiore. La ripetizione insistita delle parole «Mi chiamo Virginia, ho diciannove anni…» sembra voler rendere certa un’esistenza che, invece, è come l’anemone: fragile, incapace di resistere alla forza del vento, condannato a schiudersi prematuramente e, quindi, a non vivere pienamente la vita. (Ilaria Rossetti, Happy Italy, Perrone 2011).

LA CITAZIONE. «Non ho ucciso Gianpiero Fiorani e tu continui a essere morta. Lui resta vivo, libero, tu sei inchiodata a una terra che annaffio con precisione maniacale. Il suo successo è intatto, noi galleggiamo nella tua morte. Lo stimano, noi lo odiamo. Lui ci ha tolto tutto, per molti è un esempio da seguire».

IL PERSONAGGIO. Ettore Palazzi appare nel  romanzo come un uomo insicuro, con la passione per la scrittura:  è impegnato a lavorare sul suo libro Noi tutti siamo Berlusconi. È profondamente legato alla sua opera e ne è molto orgoglioso. L’ordine logico e consequenziale delle pagine rappresenta per lui ciò che per Virginia e Alice sono rispettivamente le rigide prescrizioni dei manuali d’uso e l’ordinata disposizione dei fiori nel giardino: una risposta ordinata  alla disarmonia interiore.

S(HORT) M(EMO OF THE) S(TORY). Un libro che non puoi perdere! Leggilo, perché affronta tematiche di stringente attualità in modo intrigante, profondo e diretto. Te lo consiglio!

a cura dell’ Istituto Magistrale Varrone di Cassino (FR).

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