FORUM. La vostra opinione ci interessa, la vostra esperienza ci aiuta. In occasione dell’incontro del primo febbraio coordinato da Chiara Valerio con Girolamo De Michele e Giovanni Solimine, desideriamo conoscere l’opinione di insegnanti, studenti e operatori culturali su come stimolare nei ragazzi l’appetito per i libri. Questi sono alcuni spunti di riflessione:
1. L’appetito vien mangiando. I brani antologici possono essere un punto di partenza valido per stimolare la curiosità verso un libro?
2. Per una dieta letteraria ben equilibrata. Come scegliere tra saggi, reportage, poesie e romanzi?
3. Tutto fa brodo? I Malavoglia o Ho voglia di te?
4. Lo spezzatino è indispensabile? “Ricordo che I promessi sposi venivano sezionati in classe come fossero dei cadaveri di cui si osservavano le singole parti, senza che si capisse la forza trainante del libro, la storia in cui potevo identificarmi” (N. Ammaniti).
5. Le Tigri di Mompracem o Sotto il sole giaguaro? Come trovare la giusta via tra classici e contemporanei.
6. Recensioni, classifiche, passaparola. Come orientarsi tra le migliaia di proposte editoriali dei nostri giorni?
7. Soli o accompagnati. Cosa può fare la scuola per chi vuole insegnare il piacere della lettura?
8. Buoni e cattivi. È compito della scuola selezionare le letture sulla base di criteri etici?
tema gigantesco, direi. necessità una lunga riflessione.
la prima cosa che mi viene in mente è l’esempio.
un docente che ama la lettura deve comunicare questo amore.
i ragazzi ci ascoltano più di quanto sembra.
aggiungerei anche la capacità da parte di noi docenti di essere aperti alle proposte che vengono dai ragazzi senza preconcetti. facile a dirsi, è vero…
8 (volante). Non credo sia compito della scuola selezionare le letture. Sulla base di criteri etici? Anzi credo che sia un deterrente. A tutti piacciono i cattivi (da Dostoevski in poi di certo, ma anche prima… ). Che poi se si parla di libri i cattivi possono essere anche i libri scritti male. Capita. Ma il bello della scuola per me è sempre stato che si impara prima della scuola, si impara a scuola, si impara dopo la scuola e soprattutto si impara nonostante. Ho incontrato sempre professori che non mi hanno dato selezioni, ma mappe, talvolta segnalando orridi, o alture insormontabili. Ma su quelle mappe potevo andare dove volevo. E da un certo punto in poi ho capito che potevo farne altre, io stessa.
chiara valerio
Ricette universali non ne esistono. Molto importante, a mio parere importante, è la capacità degli insegnanti di agganciare i classici all’attualità, anche “sporcando” la letteratura con gli altri campi: penso al cinema, innanzitutto (ma anche la tv: perché no?).
Condivido quanto dice Chiara sulla selezione dei libri: la scuola deve dare strumenti; spetta poi agli studenti elaborare le proprie mappe personali.
Vi racconto la mia esperienza di insegnante di liceo scientifico.
I ragazzi hanno un grande bisogno di storie. Attraverso la magia delle parole imparano a costruire una parte di se stessi e del proprio futuro. Dalle storie ricavano le loro radici, la realtà di oggi con i suoi problemi, ma anche le speranze per il futuro. Penso che alla base di una lettura fatta con piacere ci sia dietro anche un insegnante che, in qualunque scelta di brani di lettura, si proponga di partire sempre dall’alunno, da quello che egli è e da quello che sa.
Le scelte antologiche consentono non solo di stimolare il piacere della lettura, ma anche la messa in pratica di competenze che formano un lettore consapevole.
Dopodiché è necessario far scrivere su ciò che si è letto e pensato.
Inoltre saggi, reportage, poesie, romanzi classici e contemporanei (le diverse forme di letteratura e non) possono aiutare a costruire la nostra identità perché, soprattutto nella letteratura, “dialogano le mille voci del mondo.”
Quando presento un genere letterario cerco sempre aiuto nelle immagini, che sanno esprimere spesso un concetto meglio di tante parole.
È quello che è accaduto oggi durante la lezione di italiano con il genere fantastico nella lettura del brano antologizzato “L’estraneo” di Lovecraft: i ragazzi vengono affascinati e allo stesso tempo atterriti dalla doppia dimensione presente nella vita di ciascun individuo, di quella parte buia che sfugge al controllo.
Le immagini di cui parlavo ed esattamente due quadri “L’incubo” di Füssli e “Il sonno della ragione genera mostri” di Goya li hanno coinvolti a tal punto che hanno incominciato a proporre autori di quadri di cui hanno fatto esperienza nel loro vissuto scolastico, contribuendo ad arricchire la lezione. Ed ecco apparire Munch con “L’urlo”, Caravaggio con “Narciso”, Bacon, Picasso, Dalì.
Sono convinta che ciascun insegnante possa proporre le letture partendo sempre dagli alunni che ha di fronte facendo capire, comunque, che dentro ogni testo sono contenute domande che riguardano la nostra vita, e che i libri non necessariamente danno “la risposta”, ma sollecitano confronti da cui possono nascere idee e soluzioni.
Buoni e cattivi: no, la censura mai. Ricordo una citazione dal libro “Pubblici segreti” di Maria Bellonci, che mi guida ancor oggi nell’orientamento della lettura.
“L’uomo di cultura è sempre lo stesso quando non è contaminato da interessi; anche se pienamente e coscienziosamente contrario ad un’opera ne proclama e ne favorisce la libertà d’espressione, magari soltanto perché l’opera riprovi una verità opposta. Non teme la libertà; pensa che la censura debba essere un fatto morale di ciascun lettore.”
Giulia Sanseverino
Io credo che ogni professore-insegnante, in quanto essere umano, abbia inevitablmente le sue preferenze, i suoi gusti, i suoi ideali che vengono riflessi nelle letture che propone ai ragazzi, agli studenti. Il modo migliore, secondo me, per evitare di creare nella testa degli studenti canoni basati sull’etica o sul moralismo di qualcun’altro, è lavorare per spingere a una lettura critica dei testi. Critica letteraria, ma anche insegnare a motivare i più vaghi giudizi ‘mi piace’/'non mi piace’.
Insomma, far scrivere a proposito di quello che si legge.
Io personalmente sono una fan delle antologie. Certo, si perde lo sguardo di insieme su un’opera, ma si allarga la quantità di input. E credo che la scuola serva proprio a offrire input. Se al liceo mi avessero fatto leggere solo dei brani antologici dei prossimi sposi, probabilmente li avrei apprezzati di più. E sarebbe rimasto tempo per conoscere altri autori. O magari per non lasciare Pasolini relegato in una microlezione di maggio della terza classico. Il tempo è poco e la cultura è infinita, quindi in un modo o nell’altro si deve cercare un punto di equilibrio tra i due elementi.
Credo che educare alla lettura sia indispesabile fin dalla prima infanzia. Il bambino deve venire abituato all’oggetto libro. Un oggetto che deve significare gioco, sorpresa, divertimento. L’amore per la lettura può di certo nascere anche nella pubertà, oppure più tardi, ma di certo germoglia più facilmente laddove il libro è presente normalmente e non come oggetto inusuale e sinonimo di studio-giudizio.
La scuola può fare molto, soprattutto nella proposta, nella comunicazione di quello che può essere una lettura: un’avventura unica ed intima. Alla fine credo che la passione sia l’unica vera fonte di partecipazione.
Sono uno studente del Liceo Scientifico di Cagliari.
Penso che gli stimoli alla lettura vengano proprio dalla scuola, sono parte integrante dell’educazione e della formazione.
In questo periodo stiamo leggendo e studiando i Promessi Sposi, l’approcio che l’insegnante ha proposto mi ha stimolato a leggere e ad apprezzare qualcosa che per un quindicenne può essere “pesante”.
Sono convinto che rielaborare qualcosa che si è letto aiuti a comprenderlo e ad interpretarlo, soprattutto se si ha passione.
Secondo me a scuola si costruiscono le basi, che serviranno per arricchire il nostro futuro.
Io sto studiando i Promessi Sposi in questo periodo e, in quanto alunna li trovo molto affascinanti e di una lettura piacevole, anche se talvolta non molto scorrevoli. Personalmente non mi identifico in nessuno dei personaggi del romanzo, ma mi piace essere all’esterno della storia e assistere agli avvenimenti (trovo affascinante la tecnica del “colpo di scena” utilizzata dal Manzoni che mantiene desto l’interesse del lettore evitando che quest’ultimo si annoi). Lo trovo un romanzo di grande interesse e soprattutto che approfondisce la nostra cultura e permette di capire e interpretare altri vari romanzi.
Io credo che il desiderio di leggere non sia altro che la necessità di cercare un rifugio, un riparo dalla dura realtà. A me il desiderio di leggere è nato a sette anni, avevo bisogno di nascondermi dal mondo che mi circondava. Molte volte nei libri si trovano degli amici e ci si può immedesimare nei personaggi, vivendo vere e propri sogni ad occhi aperti. Io preferisco i libri ai film, perchè mentre nei film vivi emozioni che non ti appartengono direttamente e comunque vivi il film senza immaginare, nei libri si può sfruttare la propria immaginazione ed immaginare personaggi, ambienti, sogni ed emozioni dei primi.
Secondo me i brani antologici non sono di spunto per leggere. Per me non sono altro che degli estratti di un libro, che in se stessi ( nella maggior parte dei casi ) non rappresentano l’ essenza stessa del libro. Secondo me non esiste una dieta equilibrata quando si parla di libri. Ogni libro di da emozioni diverse e ti lascia la propria impronta; i libri da leggere si scelgono secondo i propri gusti e secondo quello che si vuole leggere: se uno preferisce leggere un saggio per conoscere altri punti di vista sceglie quello, mentre se uno vuole solo svagarsi scegli un libro leggero di avventura. La scuola può certo aiutare gli studenti ad un buon approccio con la lettura: come stiamo facendo quest’ anno con il premio strega. Secondo me è sbagliato selezionare un libro per uno studente, perchè gli studenti dovrebbero ricercare loro stessi i libri adatti.
Ho omesso di dire: Prima Superiore del Liceo Scientifico ” A. Pacinotti” di Cagliari.
Sono uno studente del liceo scientifico di Cagliari.
Sono convinto che gli adulti, avendo un’esperienza di lettura superiore alla mia, possano dare un giudizio migliore di quello che posso offrire attualmente, ma ci proverò lo stesso a dire la mia, da studente.
Penso che un singolo brano possa stimolare l’attenzione del lettore su un libro, relativamente ai concetti chiave e alla descrizione della trama.
L’istruzione è fondamentale per costruire il futuro della società. E una buona istruzione è sinonimo di un fiorente futuro.
sicuramente la lettura è uno degli argomenti più interessanti che riguardano la scuola, per iniziare a rispondere alle domande di questo “menu” direi che i brani dell’antologia semplici da capire sono un buon inizio per la lettura, però volevo rispondere anche alla domanda che mi ha incuriosito di più cioè quella sull’insegnamento della lettura da parte della scuola.
la scuola sicuramente può aiutare gli alunni nella lettura dando consigli e tanto altro ma se l’alunno non ha voglia di leggere la scuola sono sicuro che non riuscirà a fare nulla perché un ragazzo deve amare la lettura e non si può insegnare ad amarla e sicuramente come ho detto prima può essere importante un aiuto da parte della scuola nella scelta dei libri da far leggere.
la scuola potrebbe aiutare dando libri di genere avventuroso,fantastico e horror che secondo me sono i generi che i ragazzi amano di più per poi passare a generi più “difficili” come gialli e romanzi complessi.
fabio atzeni prima superiore dell’istituto scientifico A. Pacinotti (Cagliari)
Tante volte ho letto dei libri perchè mi sono stati assegnati dai professori. Alcuni li ho trovati interessanti, altri li ho “subiti”. La scuola ha un ruolo importante nell’educazione alla lettura, ma se un libro non piace al lettore si corre il rischio di ottenere l’effetto contrario; perciò sarebbe bello se l’insegnante desse solo delle indicazioni e lo studente potesse poi scegliere in base ai propri gusti. E’ però giusto che l’insegnante selezioni i libri da consigliare anche in base alla maturità e all’età dei suoi alunni.
Maria Antonietta Demurtas
Liceo Scientifico ”A.Pacinnotti”
Ho fatto un errore di ortografia Pacinotti si scrive con una ”n,, sola !!!!! Chiedo scusa
Il lavoro delle scuole è fondamentale per attirare un ragazzo alla lettura, mi sembra fondamentale che noi giovani dobbiamo avere una guida che ci possa indirizzare verso il meraviglioso mondo della lettura.
Un professore, ma soprattutto un maestro delle scuole elementari, che si rispetti deve essere in grado di mettere da parte le proprie preferenze, permettendo di amare qualsiasi genere letterario.
Questo lo dico per esperienza personale, visto che quando ero in quinta elementare la maestra di italiano ci fece leggere un brano, tratto dal libro Eragon, facendolo odiare a tutti a causa dei suoi continui borbottii sulla troppa fantasia dello scrittore.
Alunno del Liceo scientifico A. Pacinotti
Purtoppo oggi i ragazzi non sono tanto affascinati dalle lettura. Essa, infatti, molto spesso viene messa da parte per lasciare spazio ad altri hobby… La lettura, invece, è un qualcosa che ci aiuta a crescere, che ci fa scoprire nuove cose della vita, che ci fa vivere storie diverse, in tempi diversi e in luoghi diversi… Quando leggiamo un libro veniamo catapultati in un altro mondo, ci sentiamo parte di ciò che leggiamo, viviamo le vicende dei personaggi e insieme a loro proviamo sensazioni tristi o felici.
Come già detto, oggi la lettura sta perdendo i suoi valori e proprio per questo occorre che la scuola contribuisca ad invogliare i ragazzi. Nella mia scuola, ad esempio, il metodo utilizzato dalla mia insegnante di lettere riesce a coinvolgerci e a renderci partecipi delle lezioni. Durante la lezione di italiano la professoressa legge regolarmente un brano, facendoci delle domande sui personaggi, sui luoghi e sulle vicende narrate, chiedendo la nostra opinione, facendoci capire il significato che l’autore ha voluto comunicare e arricchendo la lezione con diversi collegamenti interdisciplinari. Tutto ciò è molto utile per noi, soprattutto in questo momento in quanto stiamo lavorando per il progetto “2011. Un anno stregato”. Leggendo il libro “Sole senza nessuno” ,infatti, siamo riusciti a fare dei colegamenti e a trovare video, musiche e immagini strettamente collegati con ciò che l’autrice ha voluto comunicare.
Anche se la scuola ha un importante compito, occorre, però, che anche i ragazzi cerchino di collaborare e far di tutto pur di aiutare gli insegnanti nel loro difficile compito. E’ necessario infatti un forte impegno da parte di tutti per ridare il giusto valore a quello che è il fantastico mondo della lettura.
Una studentessa
Secondo me tutti i libri sono buoni e leggendoli con attenzione si può imparare molto. Potrà cambiare il metodo di scrittura, ma la storia narrata diventa affascinante quando riusciamo ad immedesimarci nei personaggi. Per amare di più la lettura, la formazione dei ragazzi deve essere basata su diversi generi, dallo storico alla favola, dal giallo al fantasy, etc. e prima ancora che nella scuola, l’educazione alla lettura deve iniziare già dalla prima infanzia con racconti che possano aprire l’immaginazione dei bambini. Infine vorrei sottolineare come non condivisibile l’idea di molti di sottovalutare l’importanza dei libri per ragazzi che, pur non avendo ad oggetto argomenti impegnativi, sono tuttavia un modo leggero per aprire la mente al ragionamento e al gusto della lettura.
il piacere della lettura: un argomento importante dietro il quale si celano numerosi aspetti. Secondo il mio parere personale è molto difficile trovare un passo intermedio tra il piacere o meno della lettura … essa può piacere o no, ma nel primo caso deve essere un assoluto piacere e non magari un’attività “forzata”. Ma va anche detto che per poter piacere bisogna essere “educati” a saperla apprezzare. Per questo motivo penso che la scuola per prima debba orientarci su cosa scegliere e e su come destreggiarci fra i tanti testi e i vari generi letterari in un certo senso “più adatti a noi”. Nei nostri giorni, inoltre, si sta un pò abbandonando la lettura in quanto siamo circondati dalla tecnologia: un bene, ma allo steso tempo uno strumento che ci fa allontanare dalle cose reali della vita per avere tutto in maniera più rapida ma virtuale. Credo soprattutto che i vari brani antologici letti in classe siano utilissimi per destreggiarci all’interno del mondo dei libri più adatti a noi perchè forniscono un “assaggio” di un dato racconto che può incuriosire e colpire attirandoci così ad “approfondire” e a leggere quindi, l’intero libro.
Alunna Liceo Scientifico Pacinotti.
Ho sempre pensato che i brani antologici siano un’arma a doppio taglio, in quanto spesso spingono il lettore a leggere un libro, ma, purtroppo, alcuni brani fanno l’effetto contrario, facendo perdere l’interesse per un libro che forse si era già preso in considerazione tra le potenziali letture.
Bisogna trovare il giusto equilibrio tra libri classici e moderni: in particolare non bisogna sminuire l’importanza di questi ultimi, che molto spesso non vengono neanche considerati e giudicati, a priori, poco interessanti.
Infine, credo che nessun libro debba essere “scartato” per il contenuto etico o per gli ideali in esso contenuti, in particolare riporto una citazione attribuita a voltaire:
“Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo”